Sabato 10 settembre alle ore 11 a Castelnuovo di Garfagnana si inaugureranno le “Esperienze furiose”, quattro installazioni pensate per interagire, in modo diverso, con il pubblico, durante questa straordinaria apertura estiva del cantiere della Rocca Ariostesca. Una narrazione che valorizza e si intreccia con il palazzo e le sue nuove percorrenze, con le mostre di Sandra Rigali e Antonio Possenti, che prende il via nel grande atrio monumentale, si inabissa nelle profondità delle carceri, ci accompagna nella salita lungo lo scalone monumentale e si conclude al primo piano con una cavalcata sulle ali della fantasia ariostesca.
Nell’atrio, "Lettere dalla Garfagnana", è un’installazione multimediale, una immaginaria lettera di Ludovico Ariosto al Duca di Ferrara Alfonso d’Este, che trasforma lo spazio fisico e ci trasporta dentro i pensieri, le emozioni e le parole del poeta. La lettera, trova la sua fonte autografa nei versi della Satira IV, scritta dall’Ariosto negli anni in cui viveva nella Rocca in qualità di Commissario Estense per la provincia di Garfagnana.
Ancora un’esperienza immersiva nelle antiche carceri riporterà nei nostri giorni gli echi di quei segni profondi che briganti e lestofanti qui rinchiusi hanno impresso sulle mura della torre, "Versi incatenati", che riemergono e colpiscono i nostri sensi con l’eco di antiche incisioni, segni grafici, parole scolpite.
Lasciamo il piano terra e percorriamo “La foresta degli intrecci” lungo lo scalone. La vicenda dell’Orlando Furioso inizia con la fuga di Angelica all’interno di una foresta. Una foresta che diventa luogo simbolico del poema, indipendentemente dalla sua collocazione geografica: un non-luogo dove si è costretti a passare per procedere, dove c’è smarrimento ma anche incontro, un luogo intimo ma anche brutale, dove si districano e si ricreano gli intrecci del poema. Ecco dunque un’intricata “foresta” di pagine/foglie che si sviluppa lungo la scala frusciando al nostro passare, ecco il bosco di Ariosto, ovvero il bosco della Garfagnana.
Infine giungiamo nella sala dell’ippogrifo, che ci introduce e ci prepara alla narrazione di “Altrove e altri luoghi”, la mostra di Antonio Possenti sull’immaginario ariostesco. “Non è finto il destrier”, l’ippogrifo, è l'animale nato dall’unione di una giumenta e di un grifone è la cavalcatura che permette ai personaggi di coprire distanze impensate fino all’incredibile viaggio sulla Luna di Astolfo. Per Ariosto è “naturale” e raro, ma possibile, nato in terre lontane. Genera incredulità proprio per la realistica possibilità della sua esistenza. È una creatura maestosa, imponente, con le ali spiegate che solca i cieli. Qui, una rivisitazione dell’iconografia legata all'ippogrifo riproposta in chiave essenziale, un automata dalle linee contemporanee, leggero ed elegante ma non per questo meno impattante farà avvicinare il visitatore a questa figura leggendaria.
Il Progetto e la regia delle installazioni multimediali sono di Stefano Fake & The Fake Factory, il testo di Noemi Negri; la voce è Michele Mariotti; la consulenza storica di Piero Biagioni.
Le Macchine sceniche sono state progettate dagli studenti del biennio di scenografia del melodramma e del teatro musicale e di scenografia degli allestimenti Accademia delle Belle Arti di Bologna coordinati dai professori Elisa Tranfaglia e Andrea Comotti. La costruzione degli elementi di allestimento di ERT - laboratorio di scenografia Castelfranco Emilia
Il coordinamento artistico generale è di Francesca Velani, Promo PA Fondazione.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio programma di “Terre Furiose”, il progetto nato per celebrare i 500 anni dall’arrivo di Ludovico Ariosto in Garfagnana, promosso dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana e realizzato dall’amministrazione insieme a Lucca Crea, con la collaborazione di Promo PA Fondazione, il Patrocinio della Regione Toscana e grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
L’intero programma degli eventi è disponibile anche sui siti www.terrefuriose.it.