Simulare uno scenario bellico per scongiurare la guerra. Quale momento migliore di questo viste le ultime notizie provenienti dall’est Europa. A San Romano di Motrone, nel comune di Borgo a Mozzano, si sono incontrati questa mattina più di cento appassionati di questo “gioco alla guerra”, il softair, dove si organizzano azioni militari, piccole battaglie, interventi di lotta al narco traffico. Tutto però nella più grande amicizia e voglia di stare insieme, un modo di fare gruppo con la consapevolezza, proprio praticando questo gioco, di quanto sia orribile al guerra vera che porta inevitabilmente morte e distruzione.
Tante persone nel mondo sono appassionate di questo gioco, che implica un contatto con la natura e, al contrario di quanto si possa pensare, può dare maggiore consapevolezza di quanto le guerre che in varie parti del mondo affliggono tante popolazioni siano sbagliate. Una prima prova di abilità che viene organizzata proprio sul nostro territorio, a San Romano appunto, prova di un campionato italiano che vedrà il gruppo vincitore solo a fine anno.
La Gazzetta del Serchio ha intervistato un organizzatore di questo raduno che ha descritto brevemente in cosa consiste questa manifestazione: inizia questa mattina, per terminare, dopo una giornata di simulazioni con diverse prove di tatticismo bellico, domani mattina alle 10. Si tratta, per queste prime prove, di una serie di incursioni al fine di annientare il commercio di droga ed eliminare piantagioni e narcotrafficanti concussi con governi che li proteggono.
Naturalmente tutto inventato e simulato, anche se nel mondo, purtroppo, esistono davvero. Abbigliamento di tutto punto, armi come quelle vere, ma che sparano piccoli pallini innocui e di materiale biodegradabile. Quando un soggetto viene colpito si deve arrendere, ma qui nessuno deve morire, anzi deve essere pronto per la gara successiva, la volta seguente. Un modo diverso di incontrare tanti amici e condividere momenti di aggregazione e conviviali all’aria aperta.
Insomma, una “non guerra” che si rileva scaramantica in questo momento delicato che stiamo attraversando. Una manifestazione che tutti si augurano sia di buon auspicio per il futuro nei rapporti tra stati che si stanno rapidamente deteriorando. Nessun 'guerrafondaio' quindi tra chi pratica questo gioco-sport, anzi. Solo tanta voglia di stare a contatto con la natura e, soprattutto, di stare insieme in pace. Un modo nuovo forse per far conoscere tante parti dimenticate del nostro territorio vallivo; un pretesto per viverlo in modo diverso, ricordando sempre tuttavia quello che è accaduto in questi territori durante l’ultima guerra; nessuno stava giocando in quel momento, armi e munizioni erano vere.
Dicevamo, una prima prova di tante altre che premierà a fine anno il miglior gruppo tattico. Per praticare questa attività si deve essere in possesso di riproduzioni di armi da fuoco dette air-soft-gun (ASG), armi ad aria compressa che sparano piccoli pallini in plastica biodegradabile, innocui per un essere umano. La pratica nacque in Giappone negli anni ottanta per poi approdare successivamente in tutto il mondo verso gli anni novanta. Regole semplici con giocatori in azione che debbono indossare occhiali protettivi o delle maschere integrali per proteggere il viso. Per le azioni gioco, non esistono regolamenti ufficiali.
Il softair in Italia è presente nei settori sportivi ufficiali di alcuni enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI come per esempio: CSEN, AICS, ASI, ACSI, ASC. Recentemente è stato riconosciuto come sport anche dal CONI. Le singole associazioni di Softair possono iscriversi al CONI risultando pertanto regolarmente iscritte al Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive dilettantistiche. Negli anni novanta del XX secolo nacquero vari enti di coordinamento nazionali o regionali ed associazioni come l'Associazione Sportiva Nazionale War Games (ASNWG) nata nel 1993 ed ora nota come Federazione Italiana Giochi Tattici (FIGT), che conta in Italia 15 Comitati Regionali, i Gruppi Autonomi Softair (GAS), la Federazione Italiana Soft Air (FISA) e diversi altri. Questi enti sono responsabili delle organizzazioni delle attività di gioco, tra cui spiccano i tornei, alcuni di essi possono arrivare alle 48 ore consecutive di gioco che possono prevedere operazioni atte all'acquisizione di obiettivi tramite ricognizione o azione di combattimento diretto, difesa del territorio, operazioni che simulano o riproducono scenari storici recenti. Le squadre che partecipano sono formate da un numero variabile di giocatori che dipendono dalle possibilità organizzative delle associazioni stesse. Essenzialmente di due tipi i campi di gioco: boschivi ed urbani. Con boschivi si definiscono tutti i campi senza strutture artificiali complesse come appunto un classico bosco del territorio della nostra valle. I campi definiti urbani sono quelli che presentano edifici, strade ed altre infrastrutture civili, militari, industriali, strutture agibili e in sicurezza utilizzabili attivamente durante la partita. Per queste manifestazioni deve comunque essere sempre informata la più vicina stazione dei Carabinieri o della Polizia, segnalando la zona in cui si svolgeranno le attività con degli opportuni avvisi che spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non allarmare inutilmente eventuali passanti, tutti consapevoli dell’inutilità di qualsiasi guerra.